Il tè verde e il tè nero risultano essere un aiuto nel calo peso

Grazie ad un’azione di modificazione sul microbiota intestinale questi due tipi di Tè (il tè verde e il tè nero) possono dare un sostanziale aiuto nella perdita di peso.

Tutto deve essere comunque associato ad un’alimentazione equilibrata e ad un corretto stile di vita. Emerge da una ricerca condotta dalla University of California  (Los Angeles) e pubblicata su European Journal of Nutrition.

Sia il tè verde che quello nero, fanno si che si sviluppino a livello intestinale alcuni batteri che determinano una modificazione del metabolismo in modo da innescare meccanismi che andrebbero a coinvolgere il calo peso.

Nel tè verde i polifenoli, sostanze nate per un’azione protettiva sulla salute, vengono assorbiti; nel tè nero invece sono troppo grandi perchè ciò si verifichi. Questo crea un meccanismo che stimola la crescita dei batteri intestinali e la formazione di acidi grassi a catena corta legati al metabolismo dell’energia. I risultati ci dicono che sia il tè verde che quello nero risultano essere probiotici, ovvero sostanze che inducono la crescita di microrganismi buoni che a loro volta determinano una condizione di benessere.

C’è stato appunto uno studio condotto sui topi, nei quali è stato fatto assumere oltre che cibi ricchi di grassi e zuccheri anche estratti di tè verde e tè nero.

Dopo quattro settimane di terapia il peso dei topi che avevano assunto estratti  dei due tipi di tè risultava inferiore a quello di altri che avevano condotto un’alimentazione equilibrata con pochi grassi.

Si è visto, come nello specifico, il tè nero aumentasse la presenza del batterio: Pseudobutyrivibrio.

La percezione della fatica

La fatica la possiamo avvertire in quanto si possono verificare episodi di esaurimento delle scorte di glicogeno e quindi abbiamo un notevole calo dell’efficienza muscolare.

I muscoli continuano a contrarsi e vengono utilizzati i grassi.In alcuni casi le scorte di glicogeno muscolare e d epatico vanno ad esaurimento con conseguente crollo di glucosio nel sangue (ipoglicemia). Un ritorno ad un normale valore di glicogeno con l’alimentazione richiede tempi un pò più lunghi (36-48 ore)ma può essere abbreviato assumendo carboidrati a fine esercizio.

Atleti che consumano molti carboidrati dovrebbero integrare con maltodestrine o ciclodestrine + fruttosio già durante lo svolgimento della gara stessa. Anche i giorni che precedono la gara, l’alimentazione è importante e dovrebbe essere preferibilmente con prevalenza di apporto glucidico con alimenti costituiti da zuccheri complessi (pane, pasta, riso, patate) in modo da aumentare il contenuto iniziale di glicogeno nei muscoli.

Sono responsabili della sindrome della fatica alterazioni di squilibrio elettrolitico dovuto a perdita di acqua ma anche elettroliti come sodio, potassio, magnesio e calcio che giocano un ruolo importante nella contrazione muscolare.

Quindi integrare con un giusto quantitativo di acqua e bevande idrosaline, risulta fondamentale per ritardare la percezione della fatica e non avere un decadimento della performance sportiva.

Ricordiamo che la perdita di molti liquidi, espone l’organismo ad una riduzione  del volume di sangue con aumento della viscosità e il cuore è costretto a faticare di più per mantenere un adeguato flusso ai muscoli in attività.

Differenza tra integratori, supplementi e doping

Nel mondo dello sport si sente spesso parlare di consumo di integratori alimentari da parte degli atleti utili a migliorarne le performance. All’interno di una comune palestra sono tanti gli sportivi che ne fanno uso. Ciò per ridurre la stanchezza e l’affaticamento, o semplicemente per una maggiore tonicità e sostegno metabolico. Accade, però, che si faccia una gran confusione fra quelli che sono i supplementi, gli integratori e il doping. Cosa significano questi termini in riferimento all’utilizzo di alcuni prodotti alimentari per chi pratica un’intensa attività fisica?

Integratori.

Innanzitutto gli integratori non sono da etichettare come qualcosa di “non naturale” come succede per le sostanze dopanti, gli AAS, ovvero steroidi anabolici/androgeni, per esaltare le prestazioni e massa muscolare. La funzione degli integratori è colmare il gap che si viene a creare quando il nostro corpo è sottoposto a maggiori sforzi rispetto al normale. Se un operaio che lavora all’interno di una fabbrica per 8 ore al giorno assume un tot di calorie al dì, necessarie per svolgere la sua attività lavorativa, e dopo lavoro si allena per andare a correre, ad esempio, i 100 metri, avrà bisogno di integrare il suo fabbisogno energetico. Gli integratori, in questo senso, colmano, completano, Sarebbe difficoltoso e poco raccomandato assumere in poco tempo grandi dosi di nutrienti, cibo. Integrazione significa, quindi, integrare la mancanza di un magro o di un micro nutriente, che sia una vitamina, un sale minerale, dovuto ad una patologia o, nel nostro caso, ad un’intensa attività fisica.

Supplementi.

I supplementi agiscono in maniera differente. Essi, infatti, portano un surplus di un qualcosa che non è possibile ottenere attraverso l’alimentazione. Sarà utile, quindi, ricorrere all’utilizzo di supplementi per poter migliorare una performance sportiva. Generalmente, i supplementi sbilanciano il rapporto di alcuni nutrienti all’interno dell’organismo provando a direzionare le risposte organiche verso il risultato desiderato. Inoltre, non vanno a modificare le vie biochimiche dell’organismo, non modificano completamente la fisiologia, non vanno a forzare il nostro organismo. Al contrario, il doping forza il nostro corpo attraverso l’assunzione di sostanze farmacologiche e, quindi, dopanti. Qui bisogna aprire una piccola parentesi: non tutte le sostanze ad azione farmacologica, come ad esempio la caffeina, l’alcol, la teina, sono ritenute dopanti, ovvero classificate come tali nella lista WADA (World Anti-Doping Agency) l’Agenzia Anti-Doping Mondiale.

Perché il grasso addominale è pericoloso?

Il tessuto adiposo è un organo endocrino e, se non aiutato nella sua fisiologica funzionalità, può diventare pericoloso.

Un bel “pancione” non deve essere divertente. Non è sinonimo di buona salute. Il grasso addominale, viscerale e sottocutaneo, produce citochine, proteine responsabili di infiammazioni locali e sistemiche. Causa invecchiamento e non solo:- Un accumulo di massa adiposa addominale e viscerale incide sul sitema cardio-vascolare di uomini e donne, in partciolare dopo la menopausa. Un solo kilo di grasso addominale contiene circa 3 kilometri di nuovi capillari.

Cosicché chi ha 10 kg di eccesso di massa adiposa localizzata nell’addome, avrà circa 30 km di vasi sanguigni in più, con conseguente sforzo del cuore per spingere avanti il sangue. Il risultato finale è un incremento della pressione arteriosa e possibili aritmie cardiache. Sono stati evidenziati rischi patologici collegati a sovraccarichi adiposi localizzati nell’addome anche senza un eccesso di peso vero e proprio.- Negli uomini contribuisce a ridurre il livello di testosterone, con evidenti conseguenze sul desiderio sessuale oltre a far diminuire la sensazione di energia.- Predispone al diabete mellito tipo 2.- Si accompagna a una riduzione di massa magra e massa muscolare.

Proprio nei muscoli sono presenti i mitocondri, organelli piccoli, ma molto attivi, che hanno la funzione di “bruciare”, al loro interno , gli acidi grassi saturi.-Con la riduzione della massa muscolare, quindi, anche il numero dei mitocondri diventa più piccolo e si genera un accumulo progressivo di grasso, con aumento di peso corporeo. Si viene a creare un vero e proprio circolo vizioso.-

Crea le condizioni per la comparsa di steatosi epatica.Per dimagrire bisogna favorire la funzionalità del tessuto adiposo. Se il tessuto adiposo addominale e sottocutaneo è infiammato per la presenza di citochine date dagli adipociti aumentati di volume, l’ossigeno si riduce, il tessuto connettivo si altera e si ha una difficoltà a perdere grasso.

Un tessuto adiposo infiammato tende, invece, a cronicizzare la propria infiammazione, con netta difficoltà al dimagrimento.

Occorre scegliere un’alimentazione che riduca il volume degli adipociti, ma anche favorire ogni intervento nutrizionale capace di ridurre l’infiammazione.

La salute nasce da un tessuto adiposo in ottimo stato.

In aggiunta, è indispensabile aumentare la massa magra muscolare (e quindi il numero e il volume dei mitocondri nelle cellule metabolicamente attive) con l’attività fisica.

La Nutrizione

Educarci ad un’alimentazione corretta è l’unico modo per garantirci uno stato di benessere e per  prevenire  molte  patologie quali malattie cardiovascolari, diabete, tumori, osteoporosi, obesità, disordini alimentari.

Oggi sono molto diffusi comportamenti alimentari scorretti, che spesso dipendono da fattori economici, ambientali, abitudinari.  Qualche esempio? 
Consumare i pasti velocemente nei fast food o in una tavola calda per esigenze lavorative o utilizzare  prodotti confezionati  ricchi di grassi e conservanti (i cosiddetti prodotti “pronti”) che uniscono alla velocità di preparazione un sapore accattivante.
Se a ciò aggiungiamo il  consumo frequente di alcolici, i fuori pasto con snack dolci e salati , una vita sedentaria possiamo intuire come uno stile di vita scorretto possa incidere negativamente sul nostro stato di benessere e di salute.  Una giusta alimentazione è il primo passo per  garantirci un benessere psico-fisico.

Cos’è una giusta alimentazione? 

E’ quella che fornisce tramite gli alimenti che mangiamo quotidianamente tutti i nutrienti necessari per un buon funzionamento del corpo.

Una giusta alimentazione è cioè quella che permette un perfetto stato di nutrizione cellulare, da cui deriva un ottimale  funzionamento del corpo. In sintesi: se ci alimentiamo in modo  corretto il nostro corpo funziona bene ,  se ci alimentiamo in modo scorretto il nostro corpo tende a diventare metabolicamente lento e tende ad ammalarsi di più. Ma per parlare di giusta alimentazione non basta rispettare il bisogno quantitativo dei nutrienti: per un vero benessere è necessario coniugare la correttezza alimentare con la piacevolezza: l’alimentazione deve cioè armonizzarsi con la sfera psicologica e di relazione. 

La scienza dell’alimentazione, come tutte le scienze, è dunque in continua evoluzione e l’acquisizione di nuovi dati e nuovi studi fa sì che le raccomandazioni per una dieta corretta ed equilibrata vengano periodicamente aggiornate in funzione delle nuove conoscenze. Ecco perché la “dieta “ deve essere individuale e personalizzata, cioè adeguata alle esigenze del singolo individuo.

La piramide alimentare

Ma è possibile  avere delle linee guida per un modello alimentare corretto:  basta seguire il modello della “piramide alimentare”.

La piramide alimentare è   uno schema semplice  utilizzato per visualizzare quali sono gli alimenti che è consigliabile assumere e quelli pericolosi per la salute.
Gli alimenti che sono alla base della piramide sono quelli che possono essere consumati in quantità maggiore, quelli verso il vertice della piramide sono  quelli  il cui consumo deve essere progressivamente  limitato.
Gli alimenti rappresentati all’apice sono quelli più pericolosi il cui consumo deve essere drasticamente ridotto.
Quindi ottimi acqua,  frutta e ortaggi, essenziali per l’apporto in vitamine e minerali, ma anche di fibre, importanti per lo svuotamento intestinale, come pure ottimi i cibi ricchi in carboidrati complessi (pasta, pane, riso, cereali) . Attenzione all’eccessivo uso di alimenti proteici (carne, pesce, uova,formaggi ),  stop ai dolci e grassi animali ,  rappresentati all’apice della piramide e quindi pericolosi per la salute.
Il modello della piramide  alimentare abbinato ad un’adeguata attività fisica  e a un controllo del peso corporeo consente di  raggiungere obiettivi significativi per la salute e il benessere della persona.